03 Nov Le gole di Tolmino: escursione nel Parco nazionale del Triglav in Slovenia
Durante la nostra vacanza in Slovenia abbiamo avuto la fortuna di fare numerose escursioni all’interno del Parco nazionale del Triglav. Tra le meraviglie di questo parco, troviamo le gole di Tolmino nella Valle dell’Isonzo. Situate nel punto più basso e meridionale del Parco del Tricorno, a pochi chilometri da Caporetto, le gole di Tolmin sono uno spettacolo della natura. Queste gole selvagge sono state create dall’azione erosiva del fiume Tolminka e del fiume Zadlaščica.
Se state organizzando un viaggio in Slovenia, non possono mancare nella lista di cose da fare. Avrete la fortuna di vedere il punto dove questi due potenti corsi d’acqua si incontrano con fierezza, di ammirare la rara trota marmorata, di vedere un masso dalla forma d’orso e di percorrere il famoso Ponte del Diavolo, a più di 60 metri d’altezza. Senza dimenticare la grotta di Zadlaz, che sembra avere ispirato Dante Alighieri per la stesura dell’Inferno della Divina Commedia.
Cominciamo la nostra visita alle gole di Tolmino!
Come raggiungere le gole di Tolmino, tra i più bei canyon della Slovenia
Raggiungere le gole di Tolmino è molto semplice: basterà digitare su Google Maps “Tolmin Gorges”. Potete lasciare l’auto nel park 1 vicino all’ingresso oppure al park 2 alla fine di Tolmin, in direzione di Zatolmin. In caso doveste chiedere indicazioni, ricordate che le gole di Tolmino in sloveno si chiamano Tolminska korita.
Una volta arrivati all’ingresso sarete accolti da una signora molto gentile e disponibile che vi spiegherà come raggiungere i punti di maggiore interesse e vi darà una mappa con tutte le informazioni utili alla visita. Dobbiamo ringraziarla perché la nostra visita a Tolmin non sarebbe stata la stessa senza la sua gentilezza.
Cosa vedere nelle gole di Tolmino: acqua termale, ponte tibetano e la trota marmorata
Prima tappa della nostra visita è la sorgente di acqua termale che sbocca nella gola sotto il Ponte del Diavolo (proprio sotto una piccola grotta oggi purtroppo inaccessibile). L’acqua penetra in profondità e si riscalda grazie all’energia geotermica, arrivando a raggiungere una temperatura di 20,8°C. La temperatura del fiume Tolminka varia da 5 a 9°. Che cose meravigliose è in grado di fare la terra?
Ci dirigiamo poi verso il ponte tibetano, da dove potremmo ammirare il punto in cui la Tolminka e la Zadlaščica si incontrano, che è anche il punto più basso del Parco nazionale del Tricorno. La confluenza di questi fiumi è particolarmente interessante perché si tratta dell’unica confluenza in gole nell’intero territorio sloveno. Se sarete fortunati, potrete avvistare qualche esemplare di trota marmorata, che nella Zadlaščica vive ancora serena, lontana dalla minaccia della trota fario che qui non è riuscita a insediarsi per gli ostacoli naturali del luogo (forre e salti).
Cosa vedere a Tolmino: il masso a forma d’orso, la grotta di Dante e il ponte del Diavolo
Comincia la nostra salita nel bosco in direzione di Medvedova Glava, un grande masso che ricorda proprio una testa di un orso. Questa roccia rappresenta una sorta di ponte naturale nel canyon formato dalla Zadlaščica. Questa parte delle gole è stata chiamata dagli abitanti del luogo Skakalce, per via dei numerosi salti che l’acqua fa dando vita a piccole e meravigliose cascate.
Torniamo indietro per riprendere la scalinata in pietra in mezzo al bosco in direzione della grotta di Zadlaz, una delle molte grotte in cui si sono versate le acque del ghiacciaio isontino. Lunga 1140 m e profonda 41 m, la grotta si sviluppa in tre ampie sale. Si dice che all’inizio del XIV secolo il patriarca Pagano della Torre ospitò Dante Alighieri a Tolmin. Il poeta ebbe modo di visitare anche le grotte, dalle quali pare abbia tratto ispirazione per la stesura dell’Inferno della Divina Commedia. Di qui, le grotte presero il nome dal poeta.
Tappa finale del nostro itinerario è il Ponte del Diavolo, a 60 metri sopra il fiume Tolminka che raggiungiamo percorrendo la strada asfaltata. La strada, che collega i villaggi di Zadlaz e Čadrg, risale agli inizi del secolo scorso. Prima i villaggi erano collegati solo da un ponticello e uno stretto sentiero nel fondo della gola. Il ponte prima era di legno, poi venne realizzata una struttura metallica a supporto durante il periodo del regno italiano. Da allora è rimasto l’appellativo di Ponte del diavolo, che spesso gli sloveni usano per indicare ponti che si ergono attraverso forre strette e pericolose.
Ritorniamo al punto di partenza per la strada asfaltata con il cuore pieno di gioia e gli occhi colmi degli indimenticabili colori delle acque della Tolminka e della Zadlaščica.
Fotografie e testo © Anna Roscini | Riproduzione vietata
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