01 Mar Escursione al rifugio Fanes dal rifugio Pederü a San Vigilio di Marebbe
Che escursioni fare a San Vigilio di Marebbe? L’escursione al rifugio Fanes dal rifugio Pederü ci porta a camminare all’interno del Parco naturale Fanes-Sennes-Braies, tra la Val Badia e la Val Pusteria. Ci troviamo nella terra magica dei Fanes. Questa escursione è ideale da fare in tutte le stagioni: in inverno la strada è infatti battuta e non avrete bisogno nemmeno delle ciaspole se non vi avventurate nel sentiero. In estate potrete invece ammirare il Lago di Limo, il Lago Verde, il rifugio Lavarella e il Parlamento delle marmotte. Andiamo a scoprire l’Alpe di Fanes con questa magnifica escursione!
Come raggiungere il rifugio Fanes dal rifugio Pederü: un’escursione tra natura e leggenda
Punto di partenza per l’escursione al rifugio Fanes è il rifugio Pederü (1.548 m), che potete raggiungere comodamente con l’autobus di linea o in auto, passando per la Valle di Tamores (Val dai Tamersc). Al rifugio troviamo il primo bivio: a sinistra si sale al rifugio Sennes, mentre noi dobbiamo proseguire dritti per raggiungere il rifugio Fanes, sempre lungo il sentiero 7.
Se la strada forestale sembra iniziare a salire poco a poco, ben presto diventerà un po’ più impegnativa (se le condizioni lo permettono per il primo tratto è possibile anche percorrere il sentiero estivo che sale alla destra della forestale così da evitare motoslitte e gatti delle nevi). La salita si fa più rapida e le montagne diventando sempre più vicine. Il pino mugo ci fa compagnia per questa prima parte del percorso. La bellezza della Croda Ciamin, alla nostra sinistra, ci incoraggia a proseguire. Dopo un po’ di tornanti arriveremo a superare quel muro di roccia che vedevamo dal rifugio Pederü e che ora appare solo un lontano ricordo.
Il sentiero finalmente inizia a spianare, regalandoci degli scorci bellissimi nell’abbraccio delle montagne. La forestale prosegue poi nuovamente in salita fino a raggiungere un crocifisso: possiamo tirare il fiato perché la nostra meta è ormai vicina! Incontreremo prima la Malga Pices Fanes e poi la Ucia dles Muntagnoles.
Continuiamo a proseguire, ignorando la deviazione a destra per il rifugio Lavarella, e saliamo al rifugio Fanes (2.060 m). Torniamo per la strada dell’andata, dopo aver compiuto un dislivello di oltre 500 m. In inverno è possibile scendere anche con lo slittino! Il rifugio Fanes si raggiunge in circa 2 ore di cammino dal rifugio Pederü.
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Escursione fino al rifugio Lavarella e al Parlamento delle Marmotte
Una volta arrivati al rifugio Fanes, d’estate consiglio di proseguire in salita fino al Passo di Limo (in inverno non è detto che sia possibile dipende da quanta neve è presente), dove potrete ammirare il bellissimo Lago di Limo (2.170 m). Da qui si scende per la strada dell’andata, per prendere la deviazione per il rifugio Lavarella, che avevamo ignorato precedentemente. Prima di arrivare al rifugio Lavarella (2.042 m), troverete ad attendervi una piccola meraviglia: il Lago Verde. Non dimenticate una breve sosta al Parlamento delle Marmotte, un’incredibile arena naturale formata da gradoni di roccia. In questo modo l’escursione raggiungerà i 15 km con dislivello di 700 m. Torniamo poi per la strada dell’andata.
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Le leggenda dei Fanes e di Dolasilla
Secondo la leggenda, i Fanes un tempo abitavano proprio nei luoghi che abbiamo appena attraversato con questa escursione, tra il Rifugio Pederü e il Rifugio Fanes. I Fanes erano un popolo mite unito da una stretta alleanza con le marmotte del luogo.
Purtroppo un giorno la loro regina scelse di sposare un re straniero e molto avido. Quest’ultimo sostituì lo stemma dei Fanes, che aveva fino ad allora raffigurato una marmotta, con un’aquila. Da allora le cose andarono peggiorando: Dolasilla, la figlia dei regnanti, diventò un’amazzone dotata di frecce infallibili e di una corazza impenetrabile, entrambi doni preziosi regalatele dai nani.
Sotto il comando di Dolasilla il regno dei Fanes si espanse fin tanto che non incontrò il guerriero Ey de Net. I due nemici si innamorarono e si sposarono. Il padre di Dolasilla cercò di opporsi in tutti i modi: sapeva infatti che l’invincibilità di Dolasilla sarebbe sparita una volta che si fosse sposata, così come avevano predetto i nani. Fu così che il re vendette Dolasilla e il suo popolo, lasciandoli allo sbaraglio nell’ultima battaglia. Lo stregone Spina de Mul rubò le frecce a Dolasilla, che morì per mano della sua stessa arma. Il re traditore venne però tramutato in pietra e i pochi Fanes superstiti si nascosero insieme alle marmotte sotto le montagne. Sembra che al segnale delle trombe argentate, rinasceranno.
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