12 Apr Escursione ai graffiti della Val d’Assa da Roana: alla scoperta delle misteriose incisioni del Tunkelbald
Viaggiare indietro nel tempo è possibile con l’escursione ai graffiti della Val d’Assa da Roana. Un bellissimo sentiero ci conduce alla scoperta delle misteriose incisioni del Tunkelbald, il bosco scuro. Stelle, croci, costruzioni, segni geometrici, coppelle, figure antropomorfe, zoomorfe e vegetali. Più che descrittive, le incisioni del Tunkelbald sono simboliche. La datazione dei graffiti della Val d’Assa è tutt’oggi problematica: se l’arco cronologico è ancora incerto per i graffiti di età preistorica, alcune incisioni sembrano risalire alla seconda Età del ferro, mentre altre risalgono al tardo Medioevo. Queste incisioni rupestri, sconosciute fino al 1966, tornarono visibili in seguito alla piena del torrente Assa che liberò il suo letto dagli spessi depositi alluvionali di fondovalle e lo ridefinì nella sua forma attuale.
Oggi l’alveo del torrente è ricoperto dai tanti alberi caduti in seguito alla tempesta Vaia che rendono l’ultimo tratto dell’escursione sicuramente più impegnativo. Scarponi ai piedi e cominciamo!
Come raggiungere le incisioni del Tunkelbald in Val d’Assa: l’escursione in breve
Il punto di partenza dell’escursione ai graffiti della Val d’Assa è la curva della Giacomina (973 m) a Roana. Da qui comincia il sentiero CAI 801 che segue il tracciato dell’antica strada comunale della sbarra. La strada comunale della sbarra collegava Canove a Roana prima della costruzione del ponte di Roana, avvenuta nel 1906.
Proseguite lungo il sentiero 801 sempre in leggera discesa. Al primo bivio, ignorate la strada che svolta a sinistra contraddistinta da una sbarra verde bottiglia, e proseguite dritti. Arriverete, dopo circa 1 km dalla partenza, alla curva Kestelle, in prossimità di un capitello. Ignorate la strada che svolta a destra verso Roana (la utilizzeremo per il ritorno) e svoltate a sinistra. Proseguite in discesa verso il fondovalle.
Nell’incrocio di fondovalle è presente un’area picnic. Superate l’area picnic e svoltate a sinistra verso il Tunkelbald. Da qui il sentiero comincia ad essere più impervio per via delle piante cadute ed è richiesta un po’ di attenzione. Vi troverete spesso a dovere aggirare gli alberi caduti (e a passarci sotto e sopra) o a farvi strada nel sottobosco rigoglioso. Per lo meno la natura sa creare degli archi davvero suggestivi.
Superata l’aula didattica all’aperto, raggiungerete in cinque minuti le incisioni rupestri.
Sul versante di destra formato da rosso ammonitico di età giurassica potete ammirare i graffiti. Purtroppo la passerella che era stata costruita è andata distrutta e i cancelli rotti: è davvero un peccato vedere una zona di così importante valore versare in uno stato di abbandono. Sembra quasi che la natura si sia voluta riappropriare di un luogo così magico.
La via del ritorno: dai graffiti al centro di Roana
Torniamo per la via dell’andata fino alla curva Kestelle dove svoltiamo verso Roana così da risparmiarci la salita alla curva della Giacomina. Arriverete prima a un piccolo laghetto, destinato una volta alla pesca sportiva, per poi camminare, sempre su strada sterrata, tra i verdi pascoli. Ci troviamo in località Pozzo di Roana. Incontrerete degli antichi lavatoi e una pozza d’alpeggio. Svoltate infine a destra lungo il sentiero di mobilità dolce 45 verso il centro di Roana.
Si tratta di un’escursione di circa 7 km con un dislivello di circa 200 m.
È possibile raggiungere i graffiti della Val d’Assa anche da Canove di Roana. Basterà imboccare il sentiero 801 da dietro la chiesa.
Val d’Assa: una valle, tante storie da raccontare
La Val d’Assa nasce nella piana di Vezzena, in Trentino, per proseguire in direzione sud-est fino al ponte di Roana. Da qui si dirige verso sud-ovest e confluisce nella Val d’Astico all’altezza di Pedescala. Linea di demarcazione tra lo schieramento italiano e austriaco per molti mesi nel primo conflitto mondiale, la Val d’Assa divide in due il comune di Roana. Dobbiamo pensare alla Val d’Assa come ad un’antica autostrada: la mulattiera di fondovalle, che collegava l’Altopiano alla pianura veneta, veniva usata in passato per la transumanza e per il trasporto del legname e della carbonella.
Fotografie © Anna Roscini | Riproduzione vietata
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