15 Apr Grande Rogazione di Asiago: quando e dove si parte per il “Giro del mondo”
Storia e tradizione, speranza e gratitudine, natura e comunità si incontrano per dare vita ad un cammino di fede senza uguali: la Grande Rogazione di Asiago.
Sabato 11 maggio 2024 si rinnova l’appuntamento con il Giro del Mondo, così come viene chiamata la Grande Rogazione di Asiago.
Si tratta di una processione religiosa che da secoli si snoda, solitamente il sabato prima dell’Ascensione, lungo un percorso di 33 chilometri, per i sentieri, le strade sterrate e i verdi pascoli dell’Altopiano dei Sette Comuni.
Durante il cammino litanie in lingua latina si sovrappongono ad antiche melodie, conservate e tramandate nei secoli per accompagnare i pellegrini nella marcia. Non mancano il tradizionale canto di Pasqua in lingua cimbra e altri canti locali.
Andiamo a scoprire quando e dove si parte per la Grande Rogazione di Asiago!
Quando si tiene la Grande Rogazione di Asiago: tappe e altre info utili per partecipare
La Grande Rogazione di Asiago parte alle 6:00 del mattino dal duomo di San Matteo Apostolo di Asiago.
Il corteo è preceduto dallo stendardo rosso con la croce bianca e seguito da un sacerdote benedicente. La processione si avvia verso la prima tappa: il Lazzaretto, dove viene celebrata la Santa Messa. Qui, durante la peste, venivano portati i malati durante gli ultimi giorni di vita per poi esservi seppelliti.
Proprio in questo luogo, terminata la celebrazione, la tradizione popolare oggi si intreccia con quella religiosa. Le ragazze donano delle uova colorate, con i fiori e le erbe raccolte, ai ragazzi da cui hanno ricevuto come pegno d’amore il “cuco”, il tradizionale fischietto di terracotta, nel giorno di San Marco.
Dopo un primo spuntino, si prosegue tra i boschi di Kaberlaba. Si continua a camminare per raggiungere la seconda tappa: ci si ferma a Camporovere per il pranzo al sacco verso le 13:00. La processione, sempre più numerosa, riprende intorno alle 14:30 verso il Monte Katz.
Dopo la faticosa salita, i pellegrini discendono e continuano a camminare prima lungo la contrada Rigoni di Sotto, e, poi, fino al bosco di Gallio per un’ultima sosta. A questo punto, come in una festa di primavera, molti uomini e donne indossano corone di fiori e rametti di abete o larice. Al tramonto, dopo 13 ore di cammino, la processione volge al termine laddove era cominciata, acclamata dal suono magico delle campane del Duomo di Asiago.
Si conclude così “Dar Grooze Gankh umme z velt”, un percorso di unione e fede che da secoli racconta, e rispetta, la storia di questi luoghi.
Le rogazioni: significato attraverso i secoli
Qual è il significato della Grande Rogazione? Vi lascio alle parole del caro professor Sergio Bonato, per oltre quarant’anni Presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana e uno dei più grandi studiosi e appassionati della cultura, della storia e delle tradizioni locali dell’Altopiano dei Sette Comuni.
«Le rogazioni arrivano da molto lontano. Già nel Medioevo si svolgevano processioni propiziatorie per invocare la protezione divina sui campi e sul raccolto e, proprio a questi riti di primavera, si collegano le rogazioni cristiane con la benedizione dei campi, ma anche con la preghiera contro la fame, le malattie e la guerra. Nel caso di Asiago, ha assunto anche un valore di ringraziamento da parte di chi riuscì a scampare alla terribile pestilenza che nel 1631 colpì queste località montane. Il percorso tocca tutti i confini del Comune, a testimonianza del forte legame della comunità con il suo territorio. Si tratta di una caratteristica di origine germanica, non presente nelle rogazioni cristiane».
Un momento dunque di grande spiritualità e suggestione. Non solo, la Grande Rogazione rimane anche un’occasione di socialità e incontro tra gli altopianesi e tutti coloro che vogliono partecipare a questo antico rito.
Se ti è piaciuto questo articolo sulla Grande Rogazione di Asiago, ti invito a consultare la pagina dedicata all’Altopiano dei Sette Comuni!
Fotografie e testo © Anna Roscini | Riproduzione vietata
Nessun commento