31 Mar Hverir, dove la terra sbuffa nell’Islanda del nord
Un forte odore di zolfo, fumarole attive, pozze di fango ribollenti, depositi sulfurei. A circa 6 km da Mývatn, nel nord dell’Islanda, incontriamo l’area geotermica di Hverir. Se siete in vacanza in Islanda e state viaggiando sulla Ring Road, vi consiglio di fare una breve sosta per ammirare uno dei paesaggi più incredibili di tutta l’Islanda. I giochi cromatici della natura in questa terra che sbuffa danno il meglio di sé e i nostri occhi rimangono sorpresi di fronte ai colori contrastanti. Il grigio scuro e l’argento delle pozze di fango, l’ocra e il rosso della terra, l’azzurro del cielo. Hver in islandese significa sorgente calda: Hverir è infatti una delle zone geotermali più attive di tutta l’isola.
Come raggiungere l’area geotermica di Hverir e il passo di Námaskarð
Dal lago Mývatn proseguiamo sulla Hringvegur, la strada che circonda l’Islanda, verso il passo di Námaskarð, sul monte Námafjall, e scendiamo dal lato opposto per entrare nel paesaggio lunare di Hverir. Non ci sono indicazioni, ma è sufficiente seguire le fumarole e fermarsi nel parcheggio sulla destra dove sono presenti in genere numerose automobili.
Hverir è una solfatara compresa nell’area geotermale del Krafla e le temperature del sottosuolo sono altissime. I fanghi e il vapore possono raggiungere la temperatura di 100 gradi centigradi! Per questo motivo, è importante fare attenzione e camminare solo lungo i percorsi segnalati, delimitati dalle corde di sicurezza. In alcuni punti infatti la superficie è molto sottile e pericolosa. Con il minimo cambio di vento, potreste inoltre ritrovarvi immersi in una nuvola di vapore bollente e puzzolente. Pensate che sono state posizionate numerose pietre per coprire alcune delle fenditure dalle quali esce maggior vapore.
Se volete ammirare Hverir dall’alto, è presente un sentiero escursionistico che sale al monte Námafjall. Si impiegano circa 30 minuti a percorrerlo.
La vegetazione è inesistente: il calore della terra, l’acidità nel suolo e i fumi velenosi rendono pressoché impossibile la vita. Una terra desolata che, secondo un’antica leggenda islandese, sarebbe proprio la cucina del diavolo, dove la moglie si diletta a preparare deliziosi piatti per il suo amato. Voi che dite? Secondo me l’inferno non può essere così bello!
Fotografie © Anna Roscini | Riproduzione vietata
cristian stefano manni
Posted at 09:44h, 05 DicembreCiao, Un posto primordiale, un salto indietro nel tempo di qualche milione (miliardo?) di anni. Colori molto belli… però in un posto così non starei volentieri più di qualche ora: il tempo per qualche foto, un pò di rischiosa meditazione tra i vapori solfurei, un’ora di tempo per la cottura di un pollo alla diavola concessi alla moglie, e via!
Coppia simpatica e fotogenica…
Un saluto!